SPEAKEASY
Scrittura potente, intima, rockeggiante
«GEORGE BEST»
“La migliore che abbiamo scritto fino ad ora.
Custodita gelosamente da due anni.”
Disponibile da venerdì 11 ottobre distribuito da ADA Music Italy
Definito dalla band il loro brano più bello scritto fino ad ora, la stesura di “George Best” avviene nella prima metà del 2022, nel periodo di transizione della scrittura dall’inglese all’italiano. Rocco, detto Sawyer, autore e frontman degli Speakeasy, decide di far rivivere la stessa intensità di emozioni che la band viveva in quel periodo, in un brano intimo, potente, che si nutre dei principi del rock e li traduce in una propria anima viva e indipendente. Dopo la partecipazione a X Factor Italia, dove hanno riscosso grande successo dal pubblico italiano e approvazione dall’intera giuria del talent show, la band lombarda prosegue dritta la sua strada ed è finalmente pronta a lanciare il suo nuovo progetto e disco in arrivo, con la prima pubblicazione del singolo “George Best” per venerdì 11 ottobre.
“George Best” è il brano più bello che abbiamo scritto finora. È nato nell’aprile 2022, nella prima fase della nostra transizione dall’inglese all’italiano. Ero a casa e stavo ascoltando spunti di giri accantonati negli anni. A un certo punto, sento questa registrazione che aveva fatto Leo durante il lockdown del 2020: era fatta di singole strummate di accordi inzuppati di delay. Ad ascoltarla mi vennero i brividi. Nel giro di una o due prove tirammo in piedi la struttura del brano. Ricordo che per fissarlo avevamo usato un materasso della sala prove come lavagna. Il titolo provvisorio era “Numero 4” perché era il 4° brano in italiano che avevamo scritto.
Per scrivere il testo ci ho impiegato più o meno una settimana ed è condensato sia di sensazioni che come band stavamo vivendo e avevamo vissuto fino a quel momento, sia di sensazioni personali. Il passaggio dall’inglese all’italiano è nei primi 8 versi della seconda strofa: “Gli americani hanno Brad Pitt, ma noi c’abbiamo Francesco Totti” racconta proprio quel momento di transizione dall’inglese all’italiano. Talmente inebriati da modelli angloamericani, che avevamo dimenticato quanto fosse importante la nostra lingua madre. Quello che segue: “E sognavamo di suonare a Wembley / ma quella in fondo è roba solo per gli inglesi / e non siamo gli Oasis” prende spunto da una frase che nel 2019 ripetevamo fra di noi come un mantra e come un buon auspicio“Tra 3 anni suoniamo a Wembley”. Ma nonostante questo siamo pronti a farci sanguinare i calli, a spaccarci le corde vocali, a infiammare i tendini pur di dar forma all’arte. 3 anni dopo il 2019 non abbiamo suonato a Wembley, ma abbiamo scritto
“George Best”, che è il nostro brano più importante, quello a cui teniamo di più, che per due anni abbiamo custodito gelosamente ma che ora sentiamo possa iniziare a camminare da solo.
BIOGRAFIA
“Dopo le due di notte non succede mai niente di buono”, diceva Ted Mosby in How I Met Your Mother. L’idea di formare una band venne in testa a Sesa alle 4 di una notte di settembre 2018, durante quel classico momento post-serata in cui ci si ritrova in un parcheggio a fumare le ultime sigarette prima di tornare a casa. Nei primi tre mesi di vita (settembre – dicembre 2018), gli Speakeasy si incontrarono 4 o 5 volte, senza riuscire a concludere nulla. Era necessario un cambio di marcia. A dicembre si aggiunse un nuovo membro: su Instagram, Sawyer scoprì il profilo di Leo, amico di un suo amico, dove pubblicava alcuni video in cui mostrava le sue abilità alla chitarra. Gli scrisse e gli propose di unirsi alla band. Leo, che aveva appena chiuso una deludente esperienza con un’altra band, accettò la proposta. A gennaio 2019, la formazione originaria degli Speakeasy era completa: Zaino al basso, Leo e Sesa alle chitarre, e Sawyer come cantante.
Gli ideali del gruppo erano chiari: “Non siamo una cover band”. Il loro motto era: “Tra tre anni suoniamo a Wembley”. Come realizzare questo sogno? Scrivendo musica originale in inglese. Nei primi sei mesi, scrissero canzoni e provarono nella taverna di Leo. Sesa, descritto come il più saggio del gruppo, stava leggendo un libro sul jazz degli anni ’20. Un giorno, mentre sfogliava il libro, trovò la parola “Speakeasy”, che indicava i locali clandestini dove si consumavano alcolici durante il proibizionismo negli Stati Uniti. Con il nome finalmente scelto, trovano anche un batterista: Giacomo, detto Jack.
A gennaio 2020, gli Speakeasy decisero di costruire la propria sala prove. A marzo era quasi pronta, poi la pandemia. A maggio, terminarono i lavori e ripresero a suonare, provare e scrivere. A ottobre 2020 un nuovo lockdown. A gennaio 2021, Sawyer andò a studiare a Roma per un anno. Al suo ritorno in Brianza, nel gennaio 2022, la band decise di passare alla scrittura di canzoni in italiano. Ad agosto 2022 iniziarono a produrre i primi brani con Matteo Cantaluppi.
Ad aprile 2023 uscì il loro primo singolo, Noia, seguito da Giro Classico, Che Cosa Ti Spinge a Vivere?, Il Silenzio Che C’è e Niente Panico, che anticiparono l’uscita dell’EP Via Briantea nel marzo 2024. Ad aprile 2024, Sesa lasciò la band, due mesi prima della loro partecipazione a X Factor 2024, dove si fermarono alla fase dei Bootcamp.
Instagram @speakeasy_band
CREDITS
Artista: SPEAKEASY
Compositori: Giacomo Riva, Leonardo Bellani, Lorenzo Sesana, Matteo Cantaluppi, Paolo Maggiorotto
Autore: Rocco Tettamanzi
Producer: Matteo Cantaluppi